Non è solo una questione economica
Accettato: 17 febbraio 2022
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E' di questi giorni la presa di posizione della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) sulla situazione infermieristica italiana attraverso una lettera inviata al Governo, al Parlamento ed alle Regioni e diffusa attraverso i principali organi di stampa. Il forte malcontento che si respira tra i professionisti nei reparti, dopo numerose rimostranze attraverso gli organi sindacali, è emerso anche attraverso l'organo di rappresentanza degli Infermieri. Dopo due anni di continua emergenza sanitaria, all'avvicinarsi di un rinnovo contrattuale che sembra essere anche questa volta poco premiante, all'indennità infermieristica creata proprio a seguito del contributo infermieristico nella lotta al COVID, approvata dal Governo ma mai elargita, le parole della FNOPI sono un monito all'immobilismo e ad all'ingratitudine verso chi sta cercando di prestare la migliore assistenza. Il mondo intero – scrive la FNOPI nella lettera aperta e nel comunicato stampa correlato – ha riconosciuto gli infermieri come il motore, la spina dorsale, il futuro di ogni moderno sistema sanitario e sociale che voglia definirsi tale: l'Italia lo ha fatto solo a parole. Abbiamo scolpito nella memoria collettiva parole, valori e immagini che parlano di abnegazione, deontologia, sacrificio, tutela, vicinanza, competenza. Abbiamo vinto l'indifferenza di chi ignorava il nostro ruolo, il nostro percorso universitario, le nostre specializzazioni.
Proprio sulle specializzazioni, Aniarti si è sempre spesa sia tra i professionisti sia ai
tavoli istituzionali; questa società scientifica è stata promotrice dei primi corsi di
formazione post base e della formazione continua dei professionisti. La spinta verso
il miglioramento non è stata però valorizzata con un giusto riconoscimento, nè dal punto di vista organizzativo ed assistenziale nè tanto meno sotto quello economico.
Il COVID, oramai presente nella quotidianità di ognuno da ormai più di due anni, ha messo in risalto la necessità di avere infermieri formati, specializzati e soddisfatti del proprio ambito lavorativo.
In questo periodo pandemico riguardo alle terapie intensive, stando ai dati del Ministero della Salute, si è passati da 5.179 posti letto a 8.595 posti letto attivati al 31 Dicembre 2020, con la possibilità di ulteriori 1.035 postazioni attivabili, per un totale di 9.630 posti di terapia intensiva.
Lo scorso 5 dicembre 2021 il Ministero segnalava 9.064 posti attivati, mentre 793
sono quelli attivabili per un totale di 9.857. In tutti questi numeri presentati quotidianamente assieme a quelli dei positivi, dei contagiati ed ei ricoverati, la questione infermieristica è sempre lasciata in secondo piano e non viene evidenziato che più posti letto vengono occupati, più infermieri devono essere reclutati, individuati o trasferiti per poter prestare assistenza ai pazienti in isolamento.
Lo scorso inverno (2020-21) al culmine della pandemia, la domanda di posti letto
in terapia intensiva è stata così grande che non era raro che i pazienti dovessero essere trasferiti in altri ospedali, distanti anche alcune centinaia di chilometri. I letti in terapia intensiva dovevano essere riservati ai pazienti Covid-19 che richiedevano ventilazione invasiva mentre in molti reparti erano allestite aree per assicurare la ventilazione non invasiva.
Questo inverno (2021-22) un minor numero di pazienti Covid-19 richiede il ricovero
in terapia intensiva, è probabile che il successo del programma di vaccinazione sia responsabile del fatto che i pazienti siano meno malati quando infettati dal Covid-19 e quindi meno propensi a richiedere il ricovero in terapia intensiva, adesso la pressione sui letti sta avendo un impatto maggiore sul reparto rispetto alle rianimazioni.
Nonostante questo, la pressione sulle aree intensive è sempre alta, per esempio la totalità delle persone con sintomi medio/gravi di COVID accedono alle strutture sanitarie attraverso i Servizi di Pronto Soccorso, questa situazione porta ad un rallentamento di tutte le attività, dal triage alla valutazione alla diagnostica.
I Sistemi di Emergenza Extraospedaliera sono rallentati dalle lunghe attese alle porte dei Pronto Soccorso con malati COVID oppure alla ricerca di un posto letto idoneo in altre strutture ospedaliere.
La questione nei salotti televisivi per etichettare le persone in Ospedale come ricoverate con COVID oppure di Covid interessano poco a chi presta assistenza nelle strutture sanitarie dato che, la riorganizzazione dei servizi,le risorse umane ed immateriali creano lo stesso carico di lavoro sia che le persone abbiano una malattia grave da SARS-CoV2 oppure siano ricoverati per altre patologie. In questa riorganizzazione si inserisce il rinnovo contrattuale degli infermieri, queste vicende sono da tempo complesse e strategicamente delicate ma negli ultimi giorni hanno toccato punte di parossismo notevoli. I percorsi di carriera, le tematiche legate alla nuova area riservata al personale di elevata qualificazione, il reale finanziamento degli incarichi professionali, il superamento dell'approccio meramente mirato ad indennizzare il professionista con il trattamento economico, la questione della libera professione,
sembrano tutti aspetti che il rinnovo contrattuale dovrà approfondire, ma la chiusura sembra ancora lontana. Gli infermieri non stanno chiedendo solo un riconoscimento economico, stanno chiedendo che sia riconosciuta la reale professionalità che viene misurata anche dal giusto corrispettivo per una professione che non può essere riconosciuta solamente attraverso una prestazione (servono infermieri per fare tamponi, somministrare vaccini. Il COVID ha messo in risalto che l'assistenza alla persona in criticità vitale deve avere una connotazione di globalità e continuità, occorre ripensare all'ottica dell'area piuttosto che a quella della singola unità operativa. L'isolamento prolungato, a domicilio ed in Ospedale, ha fatto crescere il livello di
importanza che le relazioni interpersonali e sociali hanno acquisito.
Il vivere in questa nuova realtà, e riuscire ad interpretare ed adeguare le strutture ed i rapporti alla nuova società che si sta creando, rappresenta un compito insostituibile ed irrinunciabile, gli infermieri ci sono, ci sono sempre stati, sono sempre stati apprezzati. Adesso vanno ripagati per gli sforzi fatti.
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