“Back to basicâ€: ripartire dall’assistenza “di base†per migliorare gli esiti dei nostri assistiti

Ricevuto: 30 maggio 2018
Accettato: 30 maggio 2018
Pubblicato: 30 maggio 2018
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L’implementazione dell’evacuazione intestinale in terapia intensiva assume una bassa priorità rispetto al sostegno multiorgano offerto dal contesto di cura, e seppure la costipazione venga considerata una complicanza maggiore, il problema è ad oggi scarsamente oggetto di attenzione nella letteratura internazionale. Eppure l’incidenza costipazione varia tra il 5% e l’ 83%, e nonostante il 52% su 143 terapie intensive riconosca che questa rappresenta un problema, soltanto il 3,5% ha un protocollo di diagnosi e trattamento. Il ritardo nella canalizzazione si correla con esiti negativi quali l’aumento del numero di tentativi di weaning falliti, mentre l’evacuazione entro il 6° giorno di degenza si associa ad una riduzione del tempo passato in ventilazione meccanica e della lunghezza di degenza. Il tempo di canalizzazione del paziente sembra essere un fattore indipendente di mortalità del malato critico. Ad oggi gli studi pubblicati sull’implementazione di protocolli standardizzati per l’evacuazione intestinale sono molto scarsi. E le evidenze di efficacia altrettanto, dal momento che in alcuni lavori mancano del tutto i report dei risultati per l’impiego di tali protocolli, mentre laddove lo sono, non si rilevano percentuali di miglioramento statisticamente significative in termini di riduzione del problema. I limiti degli studi, oltre alla mancanza di disegni sperimentali, risiedono talvolta nella scarsa numerosità dei campioni, e nei criteri di inclusione dei malati ai protocolli di trattamento.

Ciò che di buono emerge invece dai lavori pubblicati, è la presa in carico del problema entro il 3° giorno di degenza accanto al miglioramento dell’adesione al sistema documentale dopo l’implementazione dei protocolli di gestione dell’alvo. Esiste quindi la necessità e l’urgenza di ricercare soluzioni mediante il confronto multidisciplinare nell’équipe di lavoro della terapia intensiva, la produzione di protocolli che tengano in considerazione anche l’ampia variabilità delle categorie di assistiti, e la condivisione dei risultati attraverso la letteratura, ma prima ancora, facendo rete.

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Come citare

Bambi, S., & Lumini, E. (2018). “Back to basic”: ripartire dall’assistenza “di base” per migliorare gli esiti dei nostri assistiti. Scenario® - Il Nursing Nella Sopravvivenza, 29(3), 5–7. https://doi.org/10.4081/scenario.2012.155